LA LEGGENDA DI CARNAC |
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Un bel giorno San
Cornelio arrivò a Carnac accompagnato da due buoi. Egli stava fuggendo dai soldati romani
che lo inseguivano per ucciderlo. Il santo arrivò a ridosso dell'oceano e vide alcuni
contadini occupati a seminare sui loro campi. Rivolgendosi a loro disse: - "Cosa state seminando?" - I contadini risposero: -"Dell'avena...." - -"Domani la raccoglierete" - replicò San Cornelio. L'indomani con grande stupore i contadini si accorsero che, durante la notte sui campi appena seminati, l'avena era cresciuta, maturata ed era pronta per essere raccolta. Subito giunsero i soldati romani i quali chiesero ai contadini: -"Non avete visto passare un uomo con due buoi?"- -"Certo é passato mentre stavamo seminando i nostri campi con l'avena" - risposero i contadini. Questa risposta pietrificò i soldati romani trasformandoli nei ben noti allineamenti megalitici, che nella tradizione sono chiamati anche "Saudarded sant Korneli" ovvero i soldati di San Cornelio. |
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LA TAVOLA ROTONDA |
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Dopo
la morte di Cristo, un suo discepolo, Giuseppe di Arimatea, lascia la Palestina portando
con se alcune gocce di sangue divino dentro la coppa in cui bevve il Redentore durante
l'Ultima Cena. Sbarca in Bretagna, soggiorna nella foresta di Broceliande (l'attuale foresta di Paimpont) e quindi sparisce senza lasciare traccia; il prezioso calice é perduto. Nel 6° secolo il re Artù e cinquanta cavalieri decidono di ritrovarlo. Per loro il Santo Graal rappresenta l'unico modo per far diventare puro il cuore di un guerriero. Parceval (Il Parsifal di Wagner) é la persona giusta. La ricerca del Graal a dato vita nel Medioevo a instancabili avventure che costituiscono il ciclo della tavola rotonda (re Artù e i suoi cavalieri si riunivano intorno ad una tavola rotonda per mettere tutti sullo stesso piano d'importanza).
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Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda Il Sacro Graal |
YS: LA CITTA' PERDUTA |
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Intorno
al 6° secolo quando regnava il Re Gradlon, Ys era la capitale della Cornovaglia. La
città era talmente meravigliosa che, secondo una tradizione bretone, gli abitanti di
Lutèce, alla ricerca di un nome per la loro città, avrebbero scelto Par-Ys (che
significa simile a Ys), l'odierna Parigi. La città era protetta dal mare da una diga e il Re portava sempre con se la chiave d'ora per l'apertura delle chiuse. Sua figlia, la bella Dahut, chiamata anche Ahès, incontrò il diavolo sotto le spoglie di un aitante giovane. Come prova d'amore il diavolo le domandò di aprire le chiuse della diga alla furia dell'oceano. Dahut rubò nel sonno la chiave al proprio padre e aprì le chiuse della diga. In pochissimo tempo la città fu invasa dalle acque. Il Re Gradlon fuggì a cavallo con sua figlia ma le onde li stavano inghiottendo. Un voce divina si rivolse al buon Re Gradlon ordinandogli di lasciare la figlia al demonio. Il Re con grande dispiacere obbedì ed il mare si ritirò immediatamente; ma la città d'Ys fu completamente distrutta. Il Re decise di nominare Quimper nuova capitale della Cornovaglia e terminò i suoi giorni nella grazia, sostenuto da St. Corentin. Una statua del re fu inoltre eretta nella cattedrale di Quimper. Quanto a Dahut, trasformata in sirena, divenne Marie-Morgane e dal fondo del mare cattura i marinai affascinati dalla sua bellezza. Rimarrà sirena sino a quando una messa non verrà celebrata un Venerdì Santo in una delle chiese della città sommersa. Solo allora riacquisterà la sua forma iniziale. |
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IL MAGO MERLINO E LA FATA VIVIANA |
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Uno
dei compagni di Re Artù, il mago Merlino, é venuto nella foresta di Broceliande per
trascorrere la vecchiaia. Ma incontra Viviana e nasce subito un amore fra il mago e la fata. Per sorvegliare meglio Merlino, la fata carpisce uno dei suoi segreti e lo imprigiona in un cerchio magico. Per lui sarebbe un gioco liberarsene, ma accetta con gioia e per l'eternità questa prigione d'amore. |
Il Mago Merlino e la Fata Viviana |
TRISTANO E ISOTTA |
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Tristano, principe di Léonois inviato in Irlanda da suo zio Mark re della
Cornovaglia, ritorna portando con se Isotta, che Mark sposerà. Sulla nave Tristano e
Isotta bevono per errore un filtro d'amore destinato ad unirli eternamente. La passione li travolge. Mark, furioso per il tradimento uccide Tristano, sposa Isotta ma muore nel suo castello in Bretagna. Anche Isotta lo segue di li a poco nella tomba. Questo dramma d'amore é celebrato dall'opera di Wagner e dal libro di Joseph Bédier. |
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LA ROCHE AUX FEES: IL SANGUE DEI SACRIFICI |
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Questa
leggenda riguarda uno dei più famosi dolmen di Bretagna: La Roche aux Fées. Lunghezza 20
metri é composto da 43 blocchi di sciste. Sarebbero le Fate che hanno portato queste rocce nei loro grembiuli. Quando il dolmen fu terminato le fate furono spaventate e lasciarono cadere le pietre che stavano ancora trasportando e che vediamo ancora oggi nei dintorni tra Retiers e la foresta di Theil. Potrebbe trattarsi di una sorta di tempio, l'ultima sala, la più grande, potrebbe essere stata luogo di sacrifici e contiene un pezzo magnifico che serebbe servito d'altare. In fondo alla valle arrivava talvolta un rigagnolo d'acqua detto "ruscello di sangue". |
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L'ANKOU E IL CARRO DELLA MORTE |
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L'Ankou
(in bretone Anken) é un personaggio chiave delle leggende bretoni ed é la
personificazione e l'artigiano della morte. La sua presenza é vista come nefasta dai
viventi. E' rappresentato da uno scheletro vestito con un lenzuolo. In mano tiene una
falce con la lama ricurva che affila con un osso umano. Si sposta con un carretto rumoroso
che contiene i morti che ha raccolto. Per far spaventare ancora di più i viventi, mette
nel carretto delle pietre in modo da renderlo ancora più rumoroso e sinistro. E ora Vi raccontiamo una sua leggenda: Accadde una sera di giugno di molto tempo fà, quando ancora si lasciavano i cavalli all'aperto per tutta la notte. Un giovane di Trézélan aveva appena
finito di radunare i suoi cavalli e stava ritornando a casa fischettando. Era una notte di
luna piena e mentre percorreva la strada sentì in lontananza il forte rumore di un
carretto. Si nascose quindi in un cespuglio a ridosso della strada sicuro che avrebbe potuto vedere senza essere visto. Il carretto era trainato da tre cavalli bianchi disposti a freccia. Due uomini vestiti in nero e con un grande cappello lo accompagnavano; uno teneva le briglie del cavallo di testa mentre l'altro stava in piedi sul carro. Quando il carro arrivò nei pressi del cespuglio dove si nascondeva il giovane, si sentì un rumore secco. - Ferma! - : disse l'uomo sul carro a quello che teneva le briglie dei cavalli. Quest'ultimo fermò subito i cavalli. L'Ankou rivolgendosi nuovamente al conducente dei cavalli continuò dicendo: - Un asse della ruota si é rotto. Prendi un ramo da quel cespuglio e fanne uno nuovo! -. Il giovane che si trovava nascosto proprio in quel cespuglio pensò che era perduto e si rammaricava di essere stato troppo cusrioso. L'uomo del carro tagliò un ramo del cespuglio, lo infilò nella ruota e i cavalli si rimisero in marcia. Il giovane vedendo il carretto allontanarsi, uscì dal nascondiglio e rientrò in fretta a casa sano e salvo. Ma il mattino successivo venne colto da una febbre improvvisa e il giorno seguente morì.
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Realizzato da Massimo Franzoni (Franz) © 1998 Ultimo aggiornamento 08/03/02